venerdì 5 ottobre 2012

Amarcord, o su come rimanere fedeli alla propria vocazione

Una panoramica su ciò che è sopravvissuto del mio portfolio paleontologico risalente alla seconda metà degli anni '90. Modelli: vari, credo soprattutto The Dinosauria, 1a ed. [licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia (CC BY-NC-ND 3.0)]
Istantanea #1. È un pomeriggio di dicembre del 1993. Attendo in un negozio che mio padre sbrighi le sue faccende. L'occhio affaticato dall'attesa cade su un paio di rotocalchi a larga diffusione da poche lire, poggiati con noncuranza sul bancone. Una copertina, coperta a metà, attira la mia attenzione: se non ricordo male presentava il nome "Ciro" e qualche indicazione riguardante il "primo dinosauro italiano". Provo un formicolio indescrivibile, una gioia inaspettata: può mai essere vero?
Sapevo dalle mie letture divulgative che gli strati geologici risalenti al Mesozoico non erano stati generosi con la penisola italica e conoscevo abbastanza bene (per un ragazzino di nove anni) i dinosauri da dubitare di quell'affermazione fantasmagorica. Ed è quella strana sensazione di felicità irrefrenabile e di trepidante attesa di una conferma che potesse scacciare il tarlo del dubbio, che mi  ha riempito gli occhi e la mente per giorni.

Istantanea #2. Metà degli anni '90 circa. Su Internet esiste un sito chiamato Dinosauria.com di Jeff Poling, uno dei prototipi storici dei siti divulgativi di oggi con la partecipazione diretta degli studiosi (vi prese parte ad esempio Thomas Holtz Jr.). Mio padre, al lavoro, stampa da quel sito le pagine da me segnalate il giorno precedente: un commento su Rahonavis, disquisizioni velleitarie di nomina nuda con G. Olshevsky, i taxa che compongono la fauna di Hell Creek ma, soprattutto, i primi diagrammi cladistici complessi che io abbia mai visto (privi però di matrice, cosa che mi lasciò perplesso per mesi; quando capii che dovevano essere in altre pagine alle quali non potevo risalire, a causa dell'assenza di una connessione casalinga, era troppo tardi: mio padre era via per lavoro). E la pagina di J. Tucciarone, con tutte quelle illustrazioni preistoriche.
Confesso però che, rispetto ai miei modelli assoluti di paleoarte di allora, ovvero una triade ideale composta da Zdenek Burian (mia sorella possedeva un volume intitolato Quando l'uomo non c'era, che nei tardi anni '80 avevo deciso di fare mio aggiungendo file di scaglie appuntite a penna sul dorso di un Cryptoclidus), James Robins e John Sibbick, la galleria di Tucciarone ospitata su Dinosauria.com mi lasciava perplesso. De gustibus.

Intermezzo informatico. La mia passione per i dinosauri era nota negli ambienti parafamiliari da anni. Nei primissimi anni '90 un collega portoghese di mio padre mi passò un set di floppy disk contenente un programma sui dinosauri. Feci così la conoscenza con i video laggatissimi di modelli animatronic di dinosauri, che giravano alla meno peggio sul pc 286 di casa. Grazie a quel programma ho conosciuto le splendide illustrazioni di Brian Franczak, un paleoillustratore il cui lavoro oggi è un po' caduto nel dimeticatoio.

Necks for sex o neck for food? Ovvero, i colli dei sauropodi sono una risposta alla selezione sessuale? Qui due maschi di ?Sauropoda indet. lottano fieri della loro bidimensionalità durante la stagione degli amori. Anno: 1997-'98 ca [elaborazione grafica del mio disegno: Andrea Pirondini. Tutti i diritti riservati].
Istantanea #4. Siamo tra 1993 e 1994. Nel ricordo è il periodo indefinito durante il quale l'inverno si attarda per rallentare una primavera incipiente o la primavera inganna il tempo giocando d'anticipo e rompendo la continuità dei mesi invernali. Sono in una libreria vicino alla casa dove abito con la mia famiglia e vi trovo i numeri (o vari esemplari di un numero?) di una rivista ora scomparsa, Paleocronache. In uno di essi è stampato il primo articolo dedicato a quel fossile di dinosauro italiano, "Ciro", e la conferma praticamente definitiva del fatto che si trattasse di un dinosauro. Ecco immortalato nei ricordi un indescrivibile momento di emozione proto-adolescenziale.

Istantanea #5. 1993. Un'amica di mia sorella torna da una vacanza estiva negli Stati Uniti e, conoscendo la mia passione per la paleontologia, mi regala una maglietta del merchandising tratto dal lungometraggio Jurassic Park, con un evocativo disegno di Crash McCreery che fotografa la scena della fuga del tirannosauro dal suo recinto. Il film in Italia non è ancora uscito.
Non ero però impreparato: quella stessa estate avevo già letto il romanzo di Michael Crichton, pubblicato in Italia da Rizzoli. Come tenere lontano un bambino appassionato da una copertina con uno scheletro stilizzato di tirannosauride e il titolo "Jurassic Park"?! Più tardi, al cinema, rapito dalla retorica spielbergiana del rapporto tra natura e uomo e commosso da tanta opulenza di celluloide, in un folle momento di lucidità ricordo di aver avuto il coraggio di dare voce ad una critica petulante e fuori luogo chiedendomi (a mente): ma perché quei dromeosauri non sono piumati?!?

Hypsilophodon (in alto) e Muttaburrasaurus (in basso). Anno 1997-'98 ca.? Modelli probabilmente da D. Lambert, Il libro completo dei dinosauri, pubblicato da DeAgostini nel 1994 [elaborazione grafica del mio disegno: Andrea Pirondini. Tutti i diritti riservati].
Intermezzo bibliofilo. Si tratta di anni interamente dedicati alla paleontologia divulgativa, con una tappa memorabile al Museo di Storia Naturale di Milano dove  accedo con mia madre alla biblioteca per leggere commosso la copia di Predatory Dinosaurs of the World di G.S. Paul, conosciuto tempo addietro grazie alla bibliografia contenuta in un bel testo divulgativo di David Lambert e del Diagram Group (Dinosauri dalla A alla Z, da non confondere con il manuale dal target forse più infantile di Michael Benton, intitolato Tutti i dinosauri dalla A alla Z). Il salto successivo fu la lettura in inglese di The Dinosaur Heresies e di The Dinosauria, a cui seguirà, a distanza di qualche anno, The Complete Dinosaur.

Istantanea (bibliofila) #6. Il 1996 è un anno incandescente. Inizio con le migliori intenzioni un libro sulla paleontologia dei dinosauri... in realtà due o tre quaderni A4 incollati con il nastro adesivo e alcuni strategici punti di pinzatrice. Prima di accantonare il progetto riesco addirittura a dar vita a due spin off autonomi: un libro a schede stile "dalla A alla Z", intitolato Dinosauri: enigmi irrisolti e misteri svelati (con un titolo palesemente copiato e ricalcato su uno degli ultimi bei volumi di divulgazione vecchio stile prodotti per il mercato editoriale italiano, quello firmato da Bozzi, Bruno e Maugeri) e uno incentrato sulla storiografia (avevo letto il libro storiografico di Colbert pubblicato da Einaudi intitolato Cacciatori di dinosauri e il mai troppo lodato L'enigma dei dinosauri di J. Noble Wilford, dal taglio giornalistico). La mia passione per la storiografia della scienza ha radici profonde.

Libro #1. La primissima scheda del progettato volumetto "dalla A alla Z" che ho redatto nel 1996, densa di genuine ed emozionanti ingenuità: inizia con Spinosaurus Baryonyx [licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia (CC BY-NC-ND 3.0)].
Libro #2. Il sommario del lunghissimo progetto dedicato al volume storiografico (portato avanti per due anni scolastici, 1996/'97 e 1998/'99, ma abbandonato già nel 1998) [licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia (CC BY-NC-ND 3.0)].

Libro #2. Uno schema sull'evoluzione dei dinosauri, con tanto di tecodonti. Illustrazione proveniente dalla pagina 157 del manoscritto [licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia (CC BY-NC-ND 3.0)].
Istantanea #7. Nel 1998 scrivo una lettera cartacea al Museo di Storia Naturale di Milano e il curatore Giorgio Teruzzi (fondatore della già citata rivista Paleocronache) mi risponde e mi promette l'invio di una copia dell'articolo pubblicato su Nature e dedicato alla descrizione scientifica di "Ciro" (ora fregiato del più elegante titolo di Scipionyx samniticus). L'articolo arriva e da allora non ho più smesso di dare un'occhiata al sommario di Nature (e Science) nelle librerie del centro prima e su Internet poi.
Nello stesso periodo scrivo all'Academie de France allegando la richiesta di una lista di articoli scientifici presenti nei Comptes rendus de l'Académie des sciences. Avevo steso la lista leggendo la bibliografia dell'edizione del 1992 di The Dinosauria (le bibliografie sono un tesoro da scoprire). Non pago, redigo una comunicazione da inviare a Thomas Holtz Jr. (via mail, tramite il recapito presente sul sito di Jeff Poling, Dinosauria.com), nella quale chiedevo lumi su un "unnamed troodontid from China (early Cretaceous)" con tanto di riferimento ad un articolo di Barsbold pubblicato su Acta Paleontologica Polonica (33, 1987): si trattava di Sinornithoides o era un altro taxon? Purtroppo non ho mai avuto il coraggio di inviare la mail a Holtz (anche perché avrei dovuto chiedere a mio padre di fare da intermediario tramite la sua connessione al lavoro).
E ho fatto male, perché non solo dal CNRS francese mi rispondono cortesemente per via cartacea (attenzione, si era agli sgoccioli dell'epoca pre-Internet), ma mi inviano tutti gli articoli richiesti più la lista delle pubblicazioni successive dedicate alla paleontologia dei vertebrati. Era come invitare un bambino a giocare liberamente in un negozio di giocattoli. Alla mia lettera ne segue un'altra e dal CNRS, prontamente e con rinnovata cortesia, mi inoltrano gli altri testi richiesti. Ah, l'impagabile sapore della scoperta dell'esistenza di Euronychodon e delle discussioni accademiche su Mononykus!
Ascoltavo gli album dei Beatles su musicassetta, con delle cuffiette di plastica logore, insieme alle raccolte casalinghe possedute da mia sorella con le incisioni di Beach Boys, Pink Floyd, Bryan Adams, De Gregori e Vecchioni, e decifravo le trascrizioni di sedimenti e morfologie con la passione forsennata e l'entusiasmo che solo un ragazzino può avere. Un entusiasmo alimentato dal fatto che la paleontologia è una branca della ricerca scientifica che non smette di stupire per l'attenzione rivolta nei confronti degli interessati e per la gioiosa condivisione del materiale scientifico.

Collage di lettere ricevute nell'estate del 1998: dall'alto la seconda risposta dal CNRS francese, firmata Dr. H. Paquet (che ringrazio ancora per la sua estrema cortesia e solerzia), risalente al 18 luglio '98, e la risposta di Giorgio Teruzzi, conservatore di paleontologia presso il Museo di Storia Naturale di Milano, datata 20 luglio 1998. Sono state le due lettere più importanti della prima parte della mia vita. Queste missive mi hanno dimostrato all'epoca che esisteva un mondo cordiale là fuori, oltre alla famiglia e alla scuola, nel quale le mie passioni non erano considerate bizzarre né giudicate infantili
[licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia (CC BY-NC-ND 3.0)].
Istantanee #8. Tanti ricordi, troppo affollati e troppo densi di emozioni.
Come inserire in questa serie disarticolata di pensieri il ricordo esaltante dello scheletro di Hypsilophodon ospitato in Piazza Sabotino in un freddo pomeriggio invernale? Come tralasciare la mostra Mamenchi & Tsintao del 1992, un'esposizione semplicemente colossale dedicata ai dinosauri cinesi, alloggiata temporaneamente nel Museo Regionale di Storia Naturale? Si può forse omettere la ricerca snervante (e ripagata con una felicità indicibile) della copia cartacea del Quaderno de Le Scienze dedicato ai dinosauri e curato da G. Ligabue, con un folgorante e iconoclasta articolo di R.T. Bakker dei primi anni '70, e le informazioni sui resti mesozoici istriani  di Fabio Marco Dalla Vecchia? Posso passare sotto silenzio la lettura praticamente a memoria dell'immancabile Grande libro della preistoria di G. Panini (una copia che dopo l'ultimo trasloco non riesco più a trovare)? E I fossili e la storia della vita di G.G. Simpson, letto  un po' alla volta nei fine settimana passati nella biblioteca accanto alla mia scuola? E ancora il bel libriccino di Eric Buffetaut pubblicato in edizione tascabile ("mille lire" stampato in copertina!) nel 1992? Come non ricordare la soleggiata estate del 1997 passata cercando fossili diagnostici su dirupi scoscesi (con scarsissima fortuna ma tanta felicità) nelle formazioni vicino a casa in Liguria? Come scordare la frustrazione dovuta alla promessa fatta da mio padre, e purtroppo disattesa, riguardo ad una futura visita presso il sito icnologico dei Lavini di Marco (Trento)? La richiesta fu ispirata dalla lettura del libro di Martin Lockley la cui traduzione italiana risaliva al 1994 e si intitolava Sulle tracce dei dinosauri, interamente dedicato alla paleoicnologia, con addendum di Giuseppe Leonardi. Solo grazie ad un recente soggiorno di lavoro (una ricerca d'archivio che è poi confluita nel mio volume in preparazione) ho potuto felicemente visitarli, quasi diciott'anni più tardi.
Tempi eroici come solo possono esserlo quelli della tarda infanzia e della prima adolescenza, tempi fatti di letture faticose ma dense e significative, con impegno e calma e con il dizionario italiano inglese/inglese-italiano a portata di mano.

Istantanee #9. ... dopodiché la passione passa in secondo piano per motivi legati a contingenze familiari e scolastiche e a scelte avventate, senza però spegnersi, pronta a riemergere per una pubblicazione su Nature, a riaccendersi per un libro originale, per un articolo divulgativo interessante.
Questo fino al 2007/2008, quando comincio a seguire on line lo sfavillante e poliedrico Tetrapod Zoology di Darren Naish (ospitato ora sulla piattaforma di Scientific American) e, soprattutto, l'anno successivo Theropoda di Andrea Cau. Mai letture estemporanee sulla rete si sono dimostrate così fertili e produttive sotto qualunque punto di vista (devo dire che nel mio percorso personale a questi blog scientifici se ne sono poi aggiunti tanti altri, validi e scritti con competenza da esperti del settore... ma la lista sarebbe davvero troppo lunga. Un panorama non esaustivo lo si può avere dando un'occhiata al blogroll della sidebar a destra).
Il resto è storia recente: con Geomythologica prima e Historia Religionum poi riparte a pieno regime la mia passione paleontologica e, forse più importante, l'inizio di qualcosa che sentivo ancora lontano e che ha trovato concreta espressione solo in un secondo momento con questo blog. Un ruolo importante lo ha sicuramente avuto l'incipiente impegno nella ricerca accademica e il recupero di molta conoscenza sepolta, due eventi che hanno provveduto a colmare le immancabili lacune (ed evitando perciò l'errore commesso dalla fretta di "essere on line" presente nei contenuti, spesso di qualità non eccelsa, presentati nei due suddetti blog).

Due segnosauri insettivori alla ricerca di cibo, in una waste land rocciosa e sterile. Ispirato dal romanzo Raptor Red di R.T. Bakker e dalle scarne illustrazioni in esso contenute Anno: 1998 [elaborazione grafica del mio disegno: Andrea Pirondini. Tutti i diritti riservati].
Conclusione (provvisoria). I tempi sono cambiati e posso oggi dire che, nonostante i corsi e i ricorsi della vita, gli impegni, le scelte sofferte che sono state fatte e gli errori del cursus studiorum commessi a causa di consigli inadeguati, la passione di quel ragazzino che ero non è stata tradita. Così, dopo anni di studio dedicato alla storia e alla storiografia (altra passione), il mio primo libro di ricerca accademica (approdato all'ultima fase di revisione) rappresenta l'esito di tutte le conoscenze accumulate nel corso degli anni, che mi hanno permesso di associare lo scibile paleontologico e storiografico a vari altri campi della conoscenza scientifica e umanistica. Un'anticipazione del libro è stata presentata nel post intitolato Dinosauri e tuatara. I fossili viventi nella biospeleologia di Emil Racoviţă; alcuni brevi estratti seguiranno.
Il pegno è pagato, l'equilibrio ristabilito, gli errori risanati.
Da qui non si può fare altro che ripartire.

NOTA: Ringrazio l'Associazione Paleontologica Parmense Italiana e Andrea Pirondini per l'eccellente lavoro e per il tempo dedicato alla realizzazione delle magnifiche cornici di alcuni miei scarabocchi adolescenziali, riesumati per l'evento Dinosauri in carne e ossa Junior, e traslati poi su questa pagina.

NOTA2 (e un'apologia mnemonica semiseria): eventuali errori nel computo degli anni e nella riorganizzazione di una scansione cronologica personale e coerente (laddove, nonostante il recupero dei dati, la mancanza di documentazione sia predominante) sono dovuti al processo mnemonico. Per quanto «immagazzinare o conservare l’informazione in maniera fedele» sia un passaggio fondante del processo di memorizzazione, la memoria non agisce come una registrazione audio-video ma ricostruisce nel presente il ricordo di un evento passato [cit. da Jonathan K. Foster, Memoria, Codice edizioni, Torino 2012, p. 30 (ed. or. Memory: A Very Short Introduction, Oxford University Press, Oxford-New York 2009)]. Considerando che si tratta di ricordi adolescenziali, se mancano i dati necessari provenienti dall'esternalizzazione mnemonica (e consegnati alla scrittura), i margini di errore, per quanto minimi, non si possono completamente evitare.

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